Sul sito del Bambino naturale ho letto un pezzo dedicato a Munari o meglio la pubblicazione di un suo breve testo che riporto per intero.
"Un pulcino diventa adulto in poche settimane, un gatto in qualche mese, una persona in 13 anni. Durante l'infanzia siamo quello che gli orientali definiscono Zen: la conoscenza della realtà che ci circonda avviene istintivamente mediante quelle attività che gli adulti chiamano gioco. Tutti i recettori sensoriali sono aperti per ricevere i dati: guardare, toccare, sentire i sapori, il caldo, il freddo, il peso e la leggerezza, il morbido e il duro, il ruvido e il liscio, i colori, le forme, le distanze, la luce e il buio, il suono e il silenzio... tutto è nuovo, tutto è da imparare e il gioco favorisce la memorizzazione.
Poi si diventa adulti, si entra nella "società", uno alla volta si chiudono i recettori sensoriali, non impariamo quasi più niente, usiamo solo la ragione e la parola e ci domandiamo: quanto costa? a cosa serve? quanto mi rende?
E poi, diventati ricchi, ci si fa costruire una bella villa al lago e, come ricordo di una infanzia felice e perduta per sempre, si fanno mettere in giardino la serie completa dei nanetti e Biancaneve in cemento colorato".
La lettura di queste righe mi ha fatto venire in mente il Piccolo Principe .
Un pò perchè nella foto Munari con i cucchiai, mi ricorda un aviatore con gli occhialini e Saint-Exupéry era un aviatore e un pò per delle analogie tra il testo che ho riportato e alcuni pssaggi del Piccolo Principe.
Saint-Exupéry nella dedica al suo amico infatti scrive: "Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)".
In un passaggio del libro scrive:
"... è proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Quale è il tono della sua voce?, Quali sono i suoi giochi preferiti?Fa collezione di farfalle?"
Ma vi domandano: "Che età ha?Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?"
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