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Nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove .
Infinite cose accadono per aiutarla,
cose che altrimenti non sarebbero mai avvenute....
Qualunque cosa tu possa fare o sognare di poter fare, cominciala.
L'audacia ha in sè genio, potere e magia.
Cominciala adesso.

W. Goethe


Chi lavora con le sue mani è un lavoratore.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un'artista.

San Francesco d'Assisi

giovedì 6 giugno 2013

La nascita di Gabriele: venire al mondo tra le mura di casa.


Subito dopo la nascita di Gabriele avevo pensato di scrivere un post su come era andata la sua nascita in casa: un pò per  farne memoria, un pò per fissare questo momento cosi magico e importante. Poi riflettendo ho preferito tenere per noi questo momento cosi intimo.

Oggi invece, giornata internazionale del parto in casa, si presenta l’occasione giusta per raccontare…un racconto non fine  a se stesso ma che possa essere di incoraggiamento per altre donne.

Il Racconto
28 novembre ore 22.00 - Vado a letto, faccio addormentare Alessandro che era a casa malato. Parlo con Gabriele e faccio le mie considerazioni: “certo che domani sarebbe un buon giorno per nascere, se non fosse che devo andare a fare il mandala dalla Franca…beh Gabriele vedi tu..” Gabriele come d’abitudine rispondeva con calcetti e movimenti sempre molto attivi ma dolci e delicati.
Dormo tranquilla tutta la notte
29 novembre ore 4.30 - Mi sveglio a causa di qualche dolorino…qualche fitta alla pancia…mi sembravano contrazioni. Beh insomma è presto, mi dico, cerchiamo di dormire ancora un po’.
29 novembre ore 5.30 - Le contrazioni mi sembrano ravvicinate e cosi mi alzo e controllo ogni quanto le ho: ogni 10 minuti circa. Chiamo l’ostetrica. Mi faccio una doccia. Io e il mio compagno facciamo colazione tranquilli


29 novembre ore 6.15 - Mi risento con l’ostetrica: le contrazioni sono leggere ma regolari . Il sacco si è rotto alto e comincio a perdere le acque.


29 novembre ore 7.10 - L’ostetrica arriva. Le contrazioni cominciano ad essere  dolorose e molto vicine. Mi visita. Non chiedo se sono dilatata e di quanto. Non voglio farmi condizionare


29 novembre ore 8.00 - Sveglio Alessandro: la nonna è venuta a prenderlo. Lui tranquillo senza fare domande si veste e esce di casa..sulla porta mi dice “mamma ci vediamo presto”. Poi mi dirà: “Mamma io avevo capito che Gabriele stava per nascere: c’era l’ostetrica!”


29 novembre ore 8.10 - Sandra, levatrice da trentanni, chiama Nadia, giovane ostetrica perché ci raggiunga.


29 novembre ore 9.00  - Entro nella vasca da bagno. Sono immersa nel liquido e immersa nell’atmosfera quasi surreale del momento. Sono concentrata su me stessa rivolta verso l'interno ma aperta ad accogliere il mio bambino. Mi vedo come da un’altra dimensione. Vicino a me il mio compagno. I vocalizzi profondi mi conducono verso il basso, distolgono l'attenzione dal dolore per focalizzarla sul mantra che dentro di me ripetevo: "nulla è contro, lascia andare, lascia fluire, lascia accadere"


29 novembre ore 10.00 - Esco dall’acqua. Cominincio ad essere stanca: le contrazioni sono forti. Le ostetriche hanno preparato tutto l’occorente per accompagnarmi: teli e asciugamani caldi sono vicino al tappeto. Mi sdraio carponi sui cuscini in sala. Capisco che il momento sta per avvicinarsi: tra poco conoscerò il mio piccolo. Le ostetriche si cambiano. Intravedo Sandra con una maglietta con foto di bimbi (sono alcuni di quelli cha ha fatto nascere). In un angolo ci sorveglia la statuetta di una dea madre


29 novembre ore 10.20 - Comincia il periodo espulsivo Sono carponi appoggiata alle gambe del mio compagno che è seduto sul divano. Cingo la sua vita con le braccia affondando il viso tra le sue gambe.
Chiedo uno specchio e alle 10.52 dò alla luce Gabriele che sguscia tra le mani dell’ostetrica come un pesciolino. E’ ricoperto di vernice caseosa, lui nato qualche giorno prima del termine emette un piccolo vagito, me lo appoggiano sulla pancia: è tranquillo apre appena gli occhi. Quegli occhi intensi, profondi, lattiginosi che portano con sè il grande mistero della nascita. Nessun intervento, nessuna aspirazione, niente collirio. Le ostetriche ci lasciano soli. Il  cordone ombelicale pulsa per 45 minuti. Gabriele si attacca al seno e succhia…



Ci godiamo il momento nella pace e tranquillità di una nuvolosa mattinata di fine novembre…

Le emozioni
Durante la gravidanza aveva sognato il mio parto: da sola nella vasca da bagno della casa in cui abitavo da ragazza. Questo sogno mi ha accompagnato per tutta la gravidanza infondendomi tranquillità e serenità.

Non avevo paura e volevo godere a pieno della nascita del mio secondo figlio. Non che il primo parto non fosse andato bene, ma non ne avevo un ricordo preciso chiaro, non avevo lo assaporato: vuoi l’ambiente ospedaliero, vuoi l’ossitocina, ma ero arrivata stremata e poco lucida con la sensazione di essermi persa qualche cosa della nascita del mio primo figlio
Con Gabriele sono arrivata al parto con un’altra consapevolezza, con maggior fiducia nelle mie risorse e in quelle del mio corpo, con le idee più chiare su quello che mi sarebbe piaciuto, ma soprattutto con un atteggiamento mentale diverso: più aperto, più conciliante, più ricettivo, più pronto ad accogliere positivamente quello che sarebbe arrivato.

Durante il travaglio mi sentivo come se fossi sola, immersa in una bolla, concentrata, assorta, in ascolto, forte della presenza di chi poteva sostenermi e aiutarmi nel caso in cui avessi avuto bisogno: il mio compagno e le ostetriche che con la loro professionalità, dolcezza, discrezione e allo stesso tempo forza, schiettezza, sapevo mi erano vicini. Ero forte dell'esperienza del cerchio di donne con cui avevo condiviso la gravidanza: le sentivo vicine, sentivo la loro forza e il loro sostegno: questo mi rassicurava molto.
Partorire a casa non può essere considerato “stravagante”, “roba da pazzi, incoscienti” “per alternativi”..come ho sentito spesso dire


Partorire a casa  è potente
... potente perché prima implica avere fatto un lavoro su se stesse, aver in qualche modo recuperato la fiducia nel corpo, nelle sue capacità e risorse. 

Potente perché dà energia, carica positiva, aiuta ancor di più a prender coscienza delle proprie potenzialità, del fatto che se si è in grado di dare alla luce un figlio si potrà certo esser delle buone madri: tutto è dentro di noi.

Partorire a casa mi ha lasciato un senso di pienezza, di forza, di gioia di aver offerto un buon inizio di vita al mio bambino e una nascita rispettosa, maggior fiducia nella vita, nella forza delle donne e della sorellanza, nella possibilità di recuperare dentro di noi un senso di adeguatezza.

Auguro a tutte le donne di poter prendere in considerazione e vivere questa esperienza.

Ringrazio il mio compagno che ha condiviso con me questa favolosa esperienza, che mi ha sostenuto, appoggiato e che è stato presenza discreta ma forte. 
I miei figli che mi hanno dato la possibilità di cambiare e di mettermi in cammino.
Le ostetriche, che negli anni ho conosciuto e che con i loro lavoro innescano la miccia per il rinnovamento e la rinascita.



8 commenti:

  1. Ogni volta che leggo il racconto di un parto in casa mi emoziono moltissimo e rimpiango di non esserci riuscita. Putroppo le resistenze del mio compagno, gli alti costi e infine lo spettro del cesareo per tutta la seconda gravidanza mi hanno impedito di realizzare questo sogno. Devo dire che i miei parti sono stati belli, soprattutto il secondo, l'ostetrica non ha fatto quasi nulla, ha tagliato il cordone solo quando ha smesso di pulsare e mi ha staccata dalla piccola solo due ore dopo il parto. Ma purtroppo non ero a casa mia o in casa maternità ma in una anonima sala parto cambia tutto credo. Complimenti ancora e grazie per il bellissimo racconto :)

    Rossella

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  2. Che bello!!! che emozione!!! il mio secondo bimbo è nato un mese e un giorno dopo il tuo e anche a me sarebbe piaciuto partorire in casa ma sono dovuta andare in ospedale perché ho problemi con la placenta che rimane attaccata... ma ho cercato di rimanere nell'ambiente di casa fino all'ultimo...complimenti!!!

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  3. Che emozione, mi ha fatto rivivere la nascita della mia bambina, in casa, nella sua/nostra camera da letto, con l'amore, la comprensione e il rispetto di persone fantastiche attorno (le ostetriche, il mio compagno e una mia carissima amica d'infanzia studentessa di ginecologia, che ha potuto vivere un'esperienza che purtroppo mai le insegneranno come medico).
    Mi sono ritrovata in tutte le sensazioni che hai descritto, mettere al mondo un bambino è fantastico, è naturale, è potente, è un potere di noi donne, vorrei che lo sapessero anche tutte quelle persone che mi hanno dato della pazza, dell'incosciente della freak. E' un potere che noi donne abbiamo dentro, ma che abbiamo dimenticato di avere perchè troppo condizionate da tutta questa medicalizzazione. Grazie ancora per avermi fatto rivivere a distanza di 3 anni quel meraviglioso momento che è stato il parto di mia figlia, che non dimenticherò mai e che porterò sempre con me.

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  4. Bello e commuovente...quanto costa?

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  5. Brava Serena.
    Leggo ora il tuo racconto, qualche giorno dopo aver partorito il mio secondo bimbo.
    Grazie della tua testimonianza.
    In effetti credo proprio che sia come dici tu: occorre avere tanta fiducia nelle proprie potenzialità e fare un lavoro di auto-consapevolezza e per conoscere le ostetriche che ti accompagneranno.
    ciao!

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  6. grande!!il tuo racconto mi ha emozionato!!
    il mio bimbo e' nato in ospedale ma un parto del tutto naturale come avevo desiderato in 9 mesi...dopo il tuo racconto spero un giorno di seguire la tua esperienza!
    ciao
    ale.

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  7. Che meraviglia!!! anche io ho un bimbo... anche lui gabriele e nato in casa! il tuo racconto sembra quello del mio parto... bellissimo, emozionante, vitale... come sarebbe bello se fosse il racconto di ogni donna che dà alla luce un bambino!

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  8. Sono stracontenta per voi che lo desideravate e ci siete riuscite. Io non l ho preso in considerazione e devo dire per fortuna nel mio caso, dopo 14 ore di travaglio, a dilatazione competa, siamo corsi in cesareo d urgenza... che ha vanificato le mie sofferenze... ricordo di aver pronunciato testualmente "e ho passato tutto questo per niente???".... :-(

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