L'autrice del libro, Brigitte Racine, è un'infermiera e terapeuta familare canadese. Il suo sito , http://www.educoeur.ca/fr/, è l'emblema del suo messaggio: educare con il cuore.
Attraverso modi semplici e concreti suggerisce come gestire alcune situazioni in modo sia da soddisfare il bisogno del proprio figlio sia ad aiutarlo a responsabilizzarsi.
L'autrice sostiene che per avere un'influenza positiva sui propri figli è necessario aver creato un forte legame di fiducia. Nel momento in cui il bambino si sente amato, capito, valorizzato e rassicurato, quando si crede in lui e si condividono con lui momenti di gioco e divertimento, sarà lui il primo ad aver voglia di collaborare con il genitore, perchè è nella natura del bambino cercare di piacere ai suoi genitori.
L'autrice parla di "tempo di esclusività", ossia dedicare 20 minuti almeno tre volte a settimana al prorpio figlio. Ma in che termini? 20 minuti nei quali si è soli con il bambino, in cui lui è consapevole del tempo che gli stiamo dedicando, è lui a stabilire regole e gioco. Niente cellulare, niente televisione, niente campanello. E'un tempo, appunto, esclusivo che permette di soddisfare vari bisogni del bambino: il bisogno d'amore, di competenza, di sicurezza, di libertà, di piaere.
Relativamente alla disciplina, così come in un gioco, le regole deveno essere chiare, costanti e devono prevedere sempre una conseguenza. Fissare una regola può provocare frustrazione nel filgio, crisi di pianto, scenate. Sarebbe facile, scrive la Racine, dire "proveremo la prossima volta: è ancora piccolo". Ma se non ci sono conseguenze quando il bambino infangre le regole o supera dei limiti , il bambino stesso si sentirà confuso e sarà sempre alla ricerca di indicazioni che lo rassicurino. E' per questo, secondo l'autrice, che troppi adolescenti oggi sono alla ricerca di regole che non hanno mai dovuto rispettare, alla ricerca di qualcuno che li fermi. "Il genitore che vuole che suo figlio si affermi e che abbia tutte le opportunità di svilupparsi, deve inculcargli una disciplina. Quaest'ultima rassicura il bambino ed è essenziale allo sviluppo dell'autostima."
La Racine sconsiglia di ripetere le stesse cose più volte (per esempio mettere a posto), di urlare, di minacciare. Al contrario è necessario agire: far quello che si dice anche se risulta difficile e se comporta resistenza e crisi del bambino.
Altro consiglio: dare un nome ai suoi bisogni, desideri, sentimenti. Il bambino si sentirà compreso e più disponibile alla collaborazione.
Un capitolo è poi dedicato alle "punizioni e ricompense". Punire, scrive la Racine, non ispira rispetto, così come le ricompense ripetute ispirano il "mercanteggiare".
Infine, suggerisce la "riparazione" piuttosto che la punizione. La riparazione punta a compensare le conseguenze di un errore e ad eliminare il danno fatto alla persona che ha subito il torto. Chiedere ad un bambino di riparare ai suoi errori significa dirgli "credo in te".
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