Il blog che promuove la filosofia del portare i neonati e i bambini come piccoli marsupiali.....e...molto altro...


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Nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove .
Infinite cose accadono per aiutarla,
cose che altrimenti non sarebbero mai avvenute....
Qualunque cosa tu possa fare o sognare di poter fare, cominciala.
L'audacia ha in sè genio, potere e magia.
Cominciala adesso.

W. Goethe


Chi lavora con le sue mani è un lavoratore.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un'artista.

San Francesco d'Assisi

lunedì 15 febbraio 2010

Bebè del Mondo


Bebè del Mondo di Béatrice Fontanel e Claire d'Harcourt è uno splendido libro, che attraverso immagini meravigliose, ci mostra come vivono i piccoli di altre culture: dai riti della nascita, al bagnetto, alla nanna, all'abbigliamento, al massaggio e "ovviamente" al portare.

Come scrive nella premessa l'etnologo Alain Epelboin, "I figli degli "altri" ci spingono a rimettere in discussione la natura e la forma delle relazioni con i nostri stessi figli. (...) un modo per rivedere le proprie pratiche e teorie."

In relazione al tema del portare, vengono presi in considerazione i vari supporti usati per trasportare i piccoli Pigmei, i Sioux, i Pechinesi, gli Eschimesi, gli Hindù....la conclusione è sempre la stessa: i piccoli portati a contatto con il corpo dei genitori sono più sicuri e felici.
Portare non dipende dal clima: i piccoli de Congo e del Mali vengono portati sulle spalle della mamma, così come i piccoli Eschimesi, gli Inuit, vengono portati all'interno dell'anorak.
Portare è una questione di cultura: "sono le regole sociali a determinare il livello di intimità corporea moralmente accettabile in funzione dell'età dei soggetti coinvolti e del livello di parentela" cosi scrive nell'introduzione al libro Suzanne Lellemand.

Certo, per noi occidentali, che abbiamo ricevuto "un'educazione distale" (dormire fin da neonati da soli, giocare rinchiusi in un box, essere nutriti secondo orari rigidi, etc) è forse difficile accettare e fare nostra questa pratica. Dovremmo però, forse riflettere sui benefici di "cure prossimali": sonno condiviso, allattamento a richiesta, tenere i bambini a stretto contatto con il proprio corpo. Queste pratiche, che fanno parte di uno stile di maternage "ad alto contatto" (vedi Elena Balsamo- Sono qui con te-) rendono il bambino più sicuro, felice, autonomo. Quel bambino, i cui bisogni primari sono stati soddisfatti, diventerà un adulto più fiducioso negli altri, meno indivuualista, più propenso alla condivisione.

Nel libro troverete, tra le altre, immagini di mamme del Mali che massaggiano i loro bimbi di etnia Dogon, la toilette di un bimbo pigmeo, donne aborigene ritratte durante la cerimonia di purificazione di un neonato, donne birmane ch truccano i loro figli, bambini Nenet in Siberia, madri e neonati delle tribù indiane del Nord America.....e molto altro.

Un libro suggestivo!

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