"Portare i bambini-contatto continuo, come e perchè" è un libro di Grazia De Fiore, ingegnere urbanista, che dopo aver sperimentato "il portare" con i suoi figli, nel 2000 ha fondato l'associazione Contatto Continuo. E' consulente della Leche League e consulente profossionale in allattamento materno IBCLC.
Il libro, corrlato di dvd, risponde in maniera chiara e semplice ai quesiti di ogni genitore che si avvicina alla pratica del portare, come per esempio da che momento si può cominciare a portare il bambino e per quanto tempo, ci si domanda se ascoltare i bisogni del nenato equivalga a viziarlo, come vestirsi quando si porta, come potare i bambini più grandi.
Grazia De Fiore prende in considerazione vari tipi di supporto, mostra le posizioni effettuabili tramite dei bei disegni in bianco e nero e dà anche alcune indicazioni per realizzare da sè le fasce portabebè.
Una sezione è dedicata a "Casi particolari", dove l'autrice parla di portare correlato a casi di gemelli, di prematuri, di neonati piccoli per l'età gestazionale, di neonati con problemi di reflusso gastro-esofageo fisiologico, di ittero fisiologico, di displasia alle anche, di neonati affetti dalla sindrome di Down, parla dei benifici effetti su bambini autistici, riporta la testimonianza di genitori portatori di handicap, dimostra come il contatto continuo aiuti a recuperare problemi dall'allattamento e come aiuti a creare un'intesa madre-bambino quando allattare non sia stato possibile.
In merito alla paura dei genitori di "viziare" i loro piccoli tenendoli troppo in braccio, Grazie De Fiore, citando fra gli altri Jesper Juul,si esprime in questi termini: "Riconoscere i bisogni di un bambino fa sì che egli si senta amato, approvato e lo aiuta a sviluppare l'autostima (...) e un atteggiamento di fiducia sia verso le persone che si occupano di lui che verso l'ambiene che lo circonda. Chiamare vizio un bisogno significa non conoscere i bisogni di un nenato e non sapere cosa significa vizio.
Nell'introduzione al libro, Piera Maghella, fondatrice di MIPA movimento internazionale parto attivo, scrive: "Sono sempre più consapevole che le radici di molte difficoltà, incapacità, dinamiche, disagi, tendenze, dipendenze, depresiioni, emozioni ed azioni negative verso se stessi e gli altri, che gli adulti vivono, risiedono nei primissimi mesi ed anni di vita e nella mancanza di contenimento, di coccole, di compagnia fisica ed emotiva, di una sana dimostrazione d'amore, di una buona comunicazione. Noi viviamo nella cultura della separazione, della paura con un'educazione distruttiva che crea aggressività, competizione e manipolazione, che porta alla costante ricerca del perduto soddisfacimento primale." Conclude la prefazione, consigliando il libro a genitori, operatori del settore ed educatori perchè "possano capire che per avere un bambino sicuro ed autonomo deve fare il pieno di contatto."
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