Pubblico un articolo a cura di "Pensiero Scientifico Editore"
Avere un contatto pelle a pelle con il proprio bambino subito dopo la nascita può essere d’aiuto per il suo futuro sviluppo psicofisico. La marsupioterapia, una tecnica nuova per la cura dei bambini prematuri mutuata dalle mamme canguro, sembra essere efficace per una crescita serena di tutti i neonati. È il risultato di uno studio dell’Università di Haifa (Israele), pubblicato sulle pagine di Pediatrics.
La marsupioterapia è stata scoperta casualmente nell’Ospedale San Juan De Dias di Bogotà. Nel reparto pediatrico, infatti, le incubatrici a disposizione erano insufficienti e si pensò, in mancanza di meglio, di proteggere il bambino mettendolo tra i vestiti della mamma, a diretto contatto con la sua pelle. Si è così visto che il dolce e costante tepore materno funzionava come la più moderna delle incubatrici: il contatto diretto con la madre migliorava più velocemente lo stato di salute del bambino e la sua crescita. Da allora, in determinate situazioni, questa tecnica viene utilizzata anche negli ospedali più all’avanguardia.
Si ricorre alla marsupioterapia quando il bambino, pur essendo in condizioni discrete di salute, non può tornare a casa con la mamma perché necessita di cure che solo una struttura adeguata può garantirgli; oppure se il piccolo ha ancora bisogno di trascorrere parte della giornata nell'incubatrice; oppure ancora se è nato sottopeso, cioè sotto i 1500 grammi. In pratica la mamma (ma può essere anche il papà!) due o tre volte al giorno ritorna in ospedale e, per un periodo di tempo che va dai 15 minuti alla mezz’ora, prende il piccolo dall’incubatrice e lo poggia sul petto, tra i vestiti, proprio come in un marsupio. In questo modo si ricrea quel naturale, indispensabile contatto che l’incubatrice ha bruscamente interrotto.
Il gruppo di ricerca israeliano ha preso in considerazione 47 coppie mamme-bambini: metà dei neonati sono stati trattati con un programma di marsupioterapia che prevedeva l’intimo contatto con la madre almeno un’ora al giorno subito dopo la nascita, l’alta metà è stata messa nella nursery, secondo la pratica routinaria per i nuovi nati. I ricercatori hanno poi osservato in tutti i bambini i primi comportamenti in risposta alle condizioni ambientali cui erano sottoposti: ne è emerso che quelli che ricevevano le “cure canguro”dormivano per un tempo molto più lungo rispetto agli altri che invece risultavano più irritabili e facili al pianto. Inoltre i primi mostravano di muovere con più facilità braccia e gambe, cosa che riflette un buon sviluppo del sistema nervoso, mentre i secondi mantenevano più facilmente una posizione distesa.
Sul perché questo tipo di cura apporti maggiori benefici, Sari Goldestein Ferber, coordinatrice della ricerca, ipotizza che il contatto pelle a pelle tra madre e figlio e lo scambio di calore e di odori che si produce contribuisca a non far sentire solo il neonato, infondendogli sicurezza. Usata per i bambini prematuri, questa tecnica mostra una notevole efficacia anche in quelli nati a termine, tanto che gli stessi autori la consigliano a tutti i nuovi nati.
Bibliografia. Goldstein Ferber S, Markhoul I. The effect of skin-to-skin contact (Kangaroo Care) shortly after birth on the neurobehavioral responses if the term newborn: a randomized, controlled trial. Pediatrics 2004;113:858-865.
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